After, di Anthony Lapia
Sabato 24 / 02 • 18:30 | Cinema Massimo
All’interno della selezione LP Feature della decima edizione di Seeyousound c’è una pellicola tanto cruda quanto forte, che parla dell’inibizione negli spazi notturni, dei momenti singolari che legano insieme gli estranei e delle infinite possibilità che si trovano nell’esperienza collettiva del clubbing. È questo After, il film d’esordio del regista francese Anthony Lapia presentato alla 73maBerlinale, in scena al Cinema Massimo il 24 febbraio alle 18:30 e il 28 febbraio alle 18:00.
La trama di After è semplice: in una notte a Parigi un gruppo eterogeneo di clubber balla, ignorando completamente ciò che sta succedendo nel mondo. Nell’area fumatori, Félicie (Louise Chevillotte) incontra Saïd (Majd Mastoura), un autista Uber. Mentre la loro conversazione si trasforma da banale in qualcosa di più interessante, lasciano il club per la relativa calma dell’appartamento di Félicie mentre la festa continua per tutta la notte.
In grado di catturare lo spettatore già dalla prima scena, il fascino di After non sta nella sua complessità narrativa. I punti di forza del film risiedono nella perfetta cattura dei ritmi e dell’atmosfera di una serata in un club, ben resa dalla fotografia di Robin Fresson e Raimon Gaffier. Tutto è pieno di energia. Luci sobbalzanti e momenti di ombra creano un vortice che dà un ritmo costante e sfrenato al film. L’euforia del dancefloor nella sua massima rappresentazione, tra sudore, teste che fanno avanti e indietro indotte dalla droga e la frenesia della cassa. La colonna sonora di After, con la chiara impronta techno industrial dei brani remixati da Panzer, domina una buona parte del film, sia nelle scene all’interno del club che in quelle dove è solo un riverbero potente che un muro non riesce a strozzare.
Ma piano piano si affievolisce, perché quando si torna in un appartamento il dinamismo lascia spazio al silenzio e alla realtà del giorno in totale contrapposizione con la follia notturna. Cominciano a entrare in gioco la vita vera, esposta a dubbi di una generazione che si sente sente speranza, legata inesorabilmente tanto al senso di arrendevolezza dei tempi presenti tanto a quello di appartenenza collettiva di una notte in grado di far dimenticare i pensieri negativi.
Quante volte la notte crea connessioni che possono sembrare volatili, ma allo stesso tempo intriganti? Quante storie si possono creare nella ricerca dell’euforia più liberatoria? Quante volte non vuoi preoccuparti dei postumi e vivere il momento? E quanti momenti, seppur volatili, si rivelano appaganti? Queste sono le domande suscitate dal film.
After cerca di mostrare la doppia personalità di un clubber, ovvero la presenza di un “io notturno” e di un “io diurno”. Uno è l’evasione dall’altro. Una fuga nell’estasi che può sfociare in legame profondi tra estranei, fisici o intellettuali. Tutto per sfuggire ai problemi del mondo. Poi di giorno quelle connessioni cambiano, diventano incerte e indagatrici sugli sviluppi. Tutta quella libertà lascia posto alla razionalità. Questo debutto di Lapia è un lodevole spaccato della vita notturna e un potente inno all’evasione.