Di Carlo Griseri
Che fosse Julien Temple a girare un documentario celebrativo dedicato a una figura carismatica, controversa e straordinaria come Shane MacGowan era probabilmente inevitabile. Di lui ha detto, il regista britannico: «Irascibile, intrattabile, esasperante, affascinante, spaventoso, irritante, bellicoso, comatoso, irascibile, cadaverico, impossibile, inarrestabile – filmare Shane è come volare attraverso un arcobaleno radioattivo, ma alla fine c’è un ‘Crock of Gold’, un ‘coccio’ dorato interiore che aspetta solo di essere scoperto da coloro che vorranno sforzarsi abbastanza. Da qui nasce il titolo del film, ripreso dall’antica leggenda irlandese omonima».
E ha aggiunto: «Non è la cosa più facile fare un film su Shane MacGowan. La cosa più vicina a cui riesco a pensare è uno di quei film di David Attenborough. Hai impostato le trappole fotografiche. Aspetti e aspetti, nella speranza che un giorno il leopardo delle nevi li inneschi. Poi, quando riesci a catturare la forza unica della personalità di Shane, anche per un singolo momento sullo schermo, ti rendi conto che ne è valsa la pena».
A co-produrre il film, l’attore Johnny Depp. Che di questa avventura ha detto: «Faccio questo film da 35 anni. E avendo conosciuto Shane per così tanto tempo, ho scoperto che il suo amore è incondizionato. Per te, per lui, per quello che è, per quello che sei e soprattutto per quello che rifiuta di essere, e per chi rifiuterà che tu sia. Cerca la verità in tutte le cose e non ti lascia riposare. La sua amicizia può sembrare una maledizione, ma in realtà è una benedizione. È presente, sempre. È spirituale. È saggio. E sì, onesto. È brutalmente così. Ero un ammiratore del lavoro di Shane già prima che diventassimo intimi. Lo ammiravo molto e fui accolto calorosamente nella sua cerchia. E nel corso degli anni successivi abbiamo sperimentato molto insieme. Così tanto. Alcune cose le ricordavamo, altre no. In effetti potremmo dire, più che “fare”, che mi sento come se vivessi questo film da 35 anni. Essere in grado di catturare Shane in questo modo è un’impresa in sé. E così, quello che abbiamo ora è il più raro dei documenti, una visione in prima fila della vita, delle parole e della mente del più grande poeta punk irlandese. Speriamo che vi piaccia».