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DEAD OR ALIVE – OTTOBRE

Di Federica Lemme


Dead Or Alive è la rubrica della newsletter mensile di Seeyousound che omaggia alcuni degli avvenimenti di genere musicale che hanno caratterizzato il corrente mese: nascite, morti, tracce indelebili nella storia della musica. Ecco le ricorrenze del mese di ottobre.


Il tre febbraio 1959, l’aereo che trasporta Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. Richardson cade, e tutte le persone a bordo (loro tre più il pilota) muoiono. L’incidente in apparenza è dovuto al mal tempo e alla poca esperienza del pilota ma, tra i relitti, viene trovata una pistola con dei colpi esplosi. Ci sono molte ipotesi a riguardo, quello che è certo è che quella data rappresenta il giorno in cui la musica è morta. È da qui che ha inizio la canzone American Pie.

Don McLean, che compie gli anni il 2 ottobre, incomincia a scrivere il testo subito dopo l’incidente, per finirlo nel 1971, dodici anni durante i quali continua ad aggiungere strofe in cui racconta tutti gli artisti dell’epoca, dal king of rock Elvis Presley al Bob Dylan che indossa un cappotto alla James Dean. Questa carrellata viaggia attraverso un contrasto: da un lato la gioia di veder nascere nuove star, dall’altro la consapevolezza che la musica disimpegnata è svanita. La fine del sogno. I musicisti ora leggono Marx.

John Lennon, nato a Liverpool il 9 ottobre 1940, sarebbe diventato il portavoce del movimento pacifista mondiale. Ma il pacifismo sarebbe esistito a causa della guerra nel Vietnam.

Cambia la società, capitalismo e imperialismo dettano nuove regole, e nessun artista può più sorridere disimpegnato come Buddy Holly. La droga si prepara a invadere le città americane e Lou Reed scrive il testamento di almeno tre generazioni che attraverso abiti color lutto esprimono la sofferenza a cui condanna la nuova civiltà.

Una giornata perfetta diventa possibile solamente grazie all’alienazione dell’eroina che permette di dimenticare sé stessi pensando di essere persone migliori. Già, proprio tutti siamo diventati dei mostri, anche se fantastichiamo di essere diversi, e questo Lou lo sa bene mentre racconta di come picchia Caroline che pur di sfuggirgli sfonda la finestra con un pugno. Con Berlin Lou Reed canta l’amara presa di coscienza di un fallimento personale, e forse per diversi aspetti generazionale. Non c’è proprio più niente da ridere. Al momento della sua morte, il 27 ottobre 2013, lo stato delle cose non sembra essere cambiato. Per nessuno.

Il giorno 22 dello stesso mese e dello stesso anno qui in Italia esce Glamour, il secondo album dei Cani. Niccolò Contessa racconta il medesimo groppo in gola, l’invariata faccia da da cazzo da veri duri con problemi seri che hanno i pischelli da quando la musica è morta.