Unire immagini di filmati d’archivio e sketch d’animazione per esplorare la storia e l’eredità di un gruppo art-punk australiano dalle sfumature gotiche, che ha avuto vita breve durante gli anni ’70 fino ai primi anni ’80, usando le voci dei protagonisti soprattutto per spiegare come il tormento che volevano emanare durante i loro live sfociava in momenti di violenza. Questo è “Mutiny in Heaven: The Birthday Party”, documentario dedicato ai Birthday Party, gruppo australiano capitanato da sua maestà Nick Cave e dalle cui ceneri nasceranno proprio quei “semi cattivi” per formare “Nick Cave and the Bad Seeds”.
Oltre a lui la band, originariamente chiamata Boys Next Door era formata dal chitarrista Mick Harvey (che è anche uno dei produttori del film), e dal batterista Phill Calvert, tutti compagni di scuola presso la “Caulfield Grammar School” di Melbourne. In seguito nel 1978 si è unito il chitarrista Rowland S. Howard, oggi defunto ma presente nel film con interviste esclusive. Divennero noti per il loro sound violento e martellante, a tratti cacofonico, e per l’esuberanza sul palco unita al canto brutale di Cave.
“Mutiny in Heaven”, che oltre a dare il titolo del film è anche l’ultima traccia del loro album “Mutiny/The Bad Seeds” del 1983 (cosa che oggi suona come premonitrice), mostra quanto Cave e soci potessero diventare cani sciolti e ingombranti durante i concerti, con proprio Nick in particolare che cominciava a esprimere la sua arte da poeta tormentato e uno sguardo selvaggio, quasi vampiresco. Il batterista Phill Calvert descrive i concerti del 1981 come “molto violenti e pericolosi tra la band e il pubblico”. Mick Harvey ricorda come la tensione cresceva durante i concerti. “Era spaventoso essere sul palco prima che le cose andassero fuori controllo”, dice. Come fosse un thriller o un film horror, il documentario cerca di creare una tensione, esattamente come i concerti dei Birthday Party, i cui momenti migliori sono arrivati proprio nel mantenimento di quella tensione. Gli spettacoli arrivavano ad avere un’a tensione’ansia palpabile, e questa è stata una parte importante dell’esperienza del gruppo, che puntava a creare qualcosa di minaccioso nell’aria, trasportato dal loro sound carico di violenza e animosità. Se questa violenza veniva rilasciata in scambi feroci, l’incantesimo si rompeva.
l film è il primo documentario autorizzato sulla band e presenta interviste esclusive con Cave, Calvert, Harvey e Howard. Ripercorre le radici della band a Melbourne attraverso i suoi spostamenti a Londra e Berlino prima di suonare un concerto finale a Melbourne. Harvey è stato coinvolto nel film soprattutto per assicurarsi che fosse girato correttamente. “Ho sentito che era importante avere qualcuno che rappresentasse la band non per controllare il contenuto ma per guidarlo in qualche modo, tenere informati gli altri membri sopravvissuti e aiutare i creatori a evitare errori fattuali. Quindi, a parte il fatto di non lasciare che la verità ostacoli una buona storia, alcuni degli aneddoti, è molto accurata dal punto di vista storico, il che è importante.”
“Mutiny in Heaven: The Birthday Party” arriva a Seeyousound ed è l’ottima occasione per vedere come la rivoluzione del punk fosse sfidante, alla ricerca del significato violento in termini di intrattenimento e comunicazione. Diretto da Ian White, vede anche il regista Wim Wenders come produttore esecutivo. Un documentario che cerca di portare l’eredità della band, ovvero l’iconografia di Nick Cave, ad un nuovo livello, provando a far comprendere meglio la loro incomprensione.