A cura di Federica Lemme
A conclusione di questa nona edizione del festival si tirano un po’ le somme. E nel farlo, non si può che iniziare da una classifica, metodo tanto caro alla musica, dall’alta fedeltà a Spotify.
Tre giornalisti, firme di Rolling Stone, Rockerilla, Soundwall, ci regalano la loro TOP 3.
Stefano "Bizarre" Quario - Il Giornale Della Musica, Rolling Stone Italia
1) IL MONDO È TROPPO PER ME
Presentando un personaggio peculiare e praticamente sconosciuto, il risultato è un film di lievità perfetta e di grande impatto emotivo, che si bilancia perfettamente su diversi registri narrativi
2) INFERNÒT
Partendo dalla storia di un locale piccolo e indipendente, viene offerta una panoramica sul folk italiano tanto istruttiva quanto appassionante
3) MEET ME IN THE BATHROOM
Tra tutti i documentari storici presenti al festival, questo è quello che coglie al meglio l’esprit du temps in un momento particolare della storia della musica.
Eugenio Palombella - Rockerilla
1) IL MONDO È TROPPO PER ME
Di recente ho visto un film, The Banshees of Inisherin di Martin McDonagh. I due protagonisti vivono uno scisma: uno voleva essere ricordato per la genialità delle proprie opere, l'altro sosteneva che fosse sufficiente essere ricordati per la gentilezza. I due punti di vista sembravano inconciliabili, finché non ho visto Il mondo è troppo per me. La storia di Vittorio Camardese è quella di un uomo forse ordinario nella vita di tutti i giorni, ma straordinario per la sensibilità umana e per il talento musicale. E se una persona è riuscita nello spazio di una sola vita a cambiare il mondo della musica e a far parlare di sé con così tanto affetto, così tanto calore, questa pellicola è forse la chiamata che tutti aspettiamo a fare di più e fare meglio.
2) MEET ME IN THE BATHROOM
Il triennio 1999-2002 vede New York al centro di tutto. E con tutto intendo tutto. L'11 settembre, con quelle immagini che nessuno riuscirà mai più a rimuovere dalla memoria: le Torri Gemelle in fiamme e chi, in un ultimo atto di disperazione, decise di buttarsi dalla finestra e ora vive in eterno in struggenti fotografie. I primi tentativi (riusciti) di gentrificazione, Manhattan che si travasa a Brooklyn, l'inizio degli hipster newyorchesi da manuale e della divisione sociale tra chi era desiderabile o indesiderabile (leggi: abbastanza ricco) in un determinato quartiere. E soprattutto la rinascita musicale del garage rock, tramutato ormai nell'incancellabile etichetta indie. Meet Me in the Bathroom è il perfetto tentativo di riuscire a congelare l'esatto istante della genesi dei lampi di genio che diedero vita agli Strokes, agli Yeah Yeah Yeahs, agli Interpol e a molti altri. Visto con gli occhi di chi ha vissuto la propria formazione musicale pre-adolescenziale proprio in quel periodo, è insieme uno shock e una meraviglia.
3) WHAT YOU COULD NOT VISUALISE
Uno scavo archeologico intorno all'affascinante figura dei Rema-Rema che, come Meet Me In The Bathroom, si fa anche ritratto fedele di un'intera scena musicale. Tolta la benda dagli occhi e realizzato il fatto che le regole fossero solo convenzioni, il post-punk ha rovesciato tutto. I Rema-Rema si sono trovati al centro di questo fortunato allineamento astrale che consentiva di sperimentare, urlare, esprimersi con senso o scegliere di seguire la via di una sorta di dadaismo musicale. Il recupero della band da abissi del tempo poveri di documentazione è un lavoro titanico, e l'opera finita è un must per tutti i cultori dell'underground ed una visione quasi obbligata per chi non ha idea delle possibilità spalancate dal punk.
Damir Ivic - Soundwall, Rolling Stone Italia
1) TCHAIKOVSKY'S WIFE
Un film grandioso ed arrogante nelle scelte e nelle ambizioni: sempre ad un passo dalla retorica autocompiaciuta e del kitsch, sempre salvato da una visione morbosa e noir e da una qualità realizzativa tecnica di alto, altissimo livello.
2) MEET ME IN THE BATHROOM
Film-documentario quasi commovente nella intensità delle emozioni, nella ricchezza di filmati privati ed inediti, nella capacità di raccontare le forze immense e le fragilità affilate di una scena che fin dall’inizio lasciava intendere che avrebbe fatto fatica a sopravvivere a se stessa, ma fin dall’inizio è stata meravigliosa.
3) THE ORDINARIES
Poche volte capita che un film ti faccia esclamare “Ma che diavolo sta succedendo qui?”; così come poche volte capita di vedere scelte così coraggiose, folli ed al tempo stesso precisissime come in “The Ordinaries": sia per quanto riguarda sceneggiatura, sia per la musica ed il montaggio.