Di Piero Di Bucchianico
Music never ends. Il lancio dell’ottava edizione di Seeyousound International Music Film Festival già puntava a segnalare, con questa tag-line, l’idea dell’estensione del potere sprigionato della musica.
Le onde di un otto che propaga le sue onde in un’ottica infinitesimale, possono giungere non solo nei luoghi deputati a valorizzarla in tutte le sue connotazioni, ma anche in quella dimensione temporale che negli ultimi due anni tutti abbiamo percepito come alterata: compressioni, dilatazioni, bruschi stop, riprese speranzose di attività e abitudini, poi di nuovo ripetuti e spossanti stand-by in attesa di una normalità tutta da ritrovare, riconquistare e rinnovare.
Luoghi, si diceva: non si poteva che ripartire dalle sale del Cinema Massimo, le quali riaccolgono Seeyousound con l’aura immutata che le contraddistingue, ma anche con la possibilità tangibile di incrociare volti, carpire reazioni, rimanere avvolti nel via vai di corpi che già solo dall’allestimento dell’evento si dimostra essere palpabile di quell’ansia mista ad adrenalina che faccia sì che tutto si concretizzi, nella costante attesa prima della prima.
Tempi: quest’attesa per Seeyousound è stata ancora più lunga e nasce 725 giorni fa, nel febbraio 2020 in coincidenza dell’ultima proiezione della sesta edizione prima dell’incombere della crisi pandemica che interruppe sul nascere una rassegna molto promettente.
Essa continua poi con l’approdo online per Seeyousound7 e culmina nella serata di ieri, 18 febbraio 2022, data in cui il festival può ricongiungersi finalmente col calore e le reazioni del suo affezionato pubblico.
Le parole in apertura di Carlo Griseri e Alessandro Battaglini, direttore e vicedirettore di Seeyousound, non nascondono l’emozione di ritrovarsi nuovamente in una Sala Cabiria ghermita e in una serata inaugurale andata oltre le migliori aspettative, facendo registrare il tutto esaurito e offrendo al proprio pubblico un’esperienza differenziata e dalle duplici emozioni.
Stuf di Titus Meszaros è il corto muto deputato a offrire al tessuto musicale di Ginevra Nervi il contesto visivo giusto per operare dal vivo la sua sonorizzazione. Otto minuti molto intensi, recuperati dagli archivi di una cinematografia emersa con forza agli occhi dei cinefili più attenti negli ultimi decenni, che dimostrano tuttavia che le proprie radici siano radicate da molto prima.
Una perla nascosta, riscoperta e ri-valorizzata dalla contemporaneità di un’artista giovane la cui esibizione dimostra, anche grazie ai riflettori offerti dalla responsabilità di un’inaugurazione così sentita, come la scelta di Seeyousound di creare degli spazi autonomi per le sonorizzazioni all’interno del programma sia ben conscia delle tendenze e necessità dell’esperire cinematografico e musicale odierno.
A Ginevra Nervi è stato inoltre consegnato il Premio Meno di Trenta – Seeyousound, per la prima volta aperto anche a musicisti e musiciste under 30 di maggior talento e dal “grande avvenire”.
Non prima di un saluto da parte del regista Stephen Kijak (ospite speciale di Seeyousound 8), il pubblico della Sala Cabiria ha potuto tuffarsi nel viaggio nel passato di Shoplifters of the World, un film dalle caratteristiche appropriate ad un’apertura comprensibilmente tesa in direzione generalista.
Il film è risultato infatti apprezzabile sia per i nostalgici dell’epoca in cui gli Smiths erano una delle band più in voga del pianeta (lo stesso regista giura di vederne molti in sala, gli basta scorgerne rapidamente il look), ma anche da volti più giovani, presente anch’essi, i quali magari hanno potuto scoprirne le gesta di una band fondamentale per il decennio ’80 proprio grazie ai personaggi protagonisti e alla colonna sonora composta dai brani della band, a lungo cercati e mai concessi a nessun’opera cinematografica prima d’ora.
Nella Denver del 1987, dei giovani ossessionati (nell’accezione positiva del termine, se ve n’è una) dalla band capitata da Morrissey e interpretati da Ellar Coltrane (se vi siete chiesti dove lo avete già visto, è proprio lui: il bambino di Boyhood), Helena Howard e da James Bloor (anche lui presente in sala) si trovano a dover fare i conti con lo scioglimento della band del cuore, un’ardua prova di sopravvivenza e monito in vista dell’età adulta per una generazione messa alle strette dai tempi che cambiano, dai gusti che si avvicendano e dal subbuglio esistenziale che solo quei testi e quelle note sanno rispecchiare.
Attraverso gli Smiths, il film prova a estendere il suo raggio di azione al decennio in cui è ambientato incorporando un registro citazionista che spazia musica e cinema aderendo sentimentalmente, come è ovvio che sia in questo contesto, al post-punk< e alla new wave (è premura di Kijak omaggiare addirittura Liquid Sky, un cult punk espressionista e fantascientifico degli anni ’80).
Traspare, tuttavia, anche un tratteggio curato verso le tendenze avverse, magari bistrattate in ottica comica, ma a cui la figura del dj metaller (Joe Manganiello) dona umanità, costretto com’è dalle circostanze a comprendere le emozioni dei protagonisti e ad empatizzarvi.
La fine della proiezione non segna però la fine della prima serata di Seeyousound, la quale può continuare successivamente al Blah Blah, una volta che le porte del Cinema Massimo sono chiuse in vista della giornata successiva ma la voglia di socializzare, scambiare opinioni sul film e perché no, ballare proprio ascoltando le stesse canzoni glorificate dai protagonisti del film.
La notte è fonda ma il DAY2 di Seeyousound incombe già col suo fitto programma, non resta che ritrovarci di nuovo in sala!