A cura della redazione Seeyousound
Poser mi ha fatto ricordare in un unico film – e per gli stessi motivi –
perché ami e insieme detesti il concetto di musica “indie”.
Andrea Pavan
Nel pomeriggio del penultimo giorno di SYS8 in tanti scelgono di vedere Poser, un thriller americano ambientato nella scena indie di Columbus. Un film di finzione che mette in scena il conflitto fra essere e apparire nel mondo dei poadcast giovanili di oggi. Un Ritratto di Dorian Gray in salsa hispster.
Verso sera un segmento del festival è dedicato al corpo, contenitore dell’anima. Dansomaton, un cortometraggio di cinedanza, anticipa la visione del mockumentary che ha per protagonista St. Vincent, The Nowhere Inn. Un film presentato da Seeyousound in collaborazione con il Lovers Film Festival, che approderà nuovamente a Torino dal ventisei aprile al primo maggio.
Ed è proprio Angelo Acerbi del Lovers che introduce questo strambo film di finzione su due persone che stanno girando un finto documentario, Annie Clark e Carrie Brownstein delle Sleater-Kinney. Definito un’opera affascinante seppur non riuscitissima, si tratta sicuramente del film più innovativo e misterioso di questa edizione del festival. Uno dei pochi in cui il genere cinematografico ibridandosi, e non risultando più descrivibile, riflette a pieno il contenuto filmico, quel contrasto tra l’identità di una star della musica sul palco e quella nella realtà quotidiana. Tanta, tanta ironia sull’iconografia del rock che si porta dietro molti stereotipi su genio e sregolatezza.
Vi abbiamo parlato di St. Vincent anche in questo articolo di Federica Lemme intitolato St.Vincent – Musica e seduzione nelle masse.
Di certo “anarchia non vuol dire non avere o non volere regole, vuol dire darsi delle regole prima che qualcuno le decida per te”. Lo pensava Fabrizio De André, uno dei poeti per cui vita e arte non hanno mai viaggiato su binari differenti.
Lo raccontano suo figlio Cristiano e la regista Roberta Lena che danno vita a una delle serate più intense del festival presentando DEANDRÉ#DEANDRÉ – Storia di un impiegato, un percorso musicale e visivo sull’omonimo album di Faber, illustrato attraverso due anni di concerti. In questo modo il figlio del cantautore genovese ripropone un disco che resta ancora di grande attualità politica, artistica e umana.
Secondo Roberta una parte delle nuove generazioni sta invece raccogliendo le eredità dei tempi passati. Quello che è probabile è che lo stiano facendo in maniera differente da come se lo aspettano loro, i grandi. Se si pensa a come la band I Cani ha reinterpretato Storia di un Impiegato di De André si comprende quanto sia cambiata la società, quanto non sia possibile ripetere le azioni di un tempo che fu, ma che le parole del poeta certamente risuonano in profondità nel cuore e nella testa dei ragazzi del presente.
L’uguaglianza e i diritti restano temi fondamentali, ma probabilmente una figura anarchica come Cristo non giungerà più. Forse Faber lo aveva capito prima di tutti quando cantava sono riusciti a cambiarci, ci son riusciti lo sai.
Cast stellare per la divertente commedia francese Tralala, presentata all’ultimo festival di Cannes fuori concorso, e una colonna sonora composta dai migliori della musica francese: Philippe Katerine, Jeanne Cherhal, Dominique A, Etienne Daho e Bertrand Belin che ha anche un ruolo nel film.
L’incontro con una donna misteriosa e un enigmatico messaggio “Non essere te stesso” spinge Tralala, artista di strada parigino, a partire per Lourdes dove si ritrova a vivere con un’altra identità perché scambiato per un’altra persona. I fratelli Larrieu, registi del film, al termine della proiezione si sono concessi generosamente rispondendo alle curiosità del pubblico.
Essendo Lourdes la loro città natale raccontano di come sia venuto spontaneo trattare di apparizioni, miracoli e mescolare il sacro, il profano e il mito. “Non essere te stesso” è una frase contenuta in una canzone di Philippe Katerine, che si sono divertiti a riproporla come fosse una sorta di oracolo, un mantra che li ha guidati e ispirati lungo tutta la lavorazione del film.
Un monito che solo in apparenza va in controtendenza rispetto all’antica esortazione “conosci te stesso”. Con la sua vita da stralunato impostore Tralala, associato alla figura di Cristo dai registi, in realtà aiuta gli altri a cambiare per ritrovarsi.
Inizialmente per il ruolo di protagonista avevano pensato a Philippe Katrine, che si è sottratto al ruolo perché troppo simile alla propria vita, “voleva prendere una vacanza da se stesso”, commentano i registi ridendo, così la scelta è naturalmente ricaduta su Mathieu Amalric, attore-feticcio dei fratelli Larrieu, con cui ha già girato cinque film.
Si chiude questa penultima giornata di Seeyousound 2022 iniziando a tirare un po’ le somme con un decalogo improvvisato dal giornalista Andrea Pavan. Una lista in stile Alta Fedeltà, perché ai musicofili, si sa, piace da matti compilare elenchi.
1) A-ha, The Story – Farmi venire voglia di comprare i dischi degli A-ha.
2) Narciso Em Ferias – Farmi sussultare sulla sedia, e perfino ridere, per un’ora e mezza di monologo a camera fissa in bianco-e-nero da parte di un uomo che, seduto come me, racconta cose tristissime, penose, commoventi e grottesche davanti e dietro un muro.
3) Poser – Farmi ricordare in un unico film – e per gli stessi motivi – perché ami e insieme detesti il concetto di musica “indie”.
4) Poser #2 – Farmi innamorare perdutamente di un personaggio totalmente negativo.
5) Les Magnetiques – Farmi desiderare che Teenage kicks degli Undertones – uno dei miei pezzi della vita – avesse avuto sul disco una intro come quella che a Berlino s’inventa Philippe.
6) Suburban Steps to Rockland – Farmi ricordare che se nel ’62 a Londra avessi bazzicato, come ovviamente sogno, un club come l’Ealing, probabilmente non avrei poi vissuto abbastanza per vedere il Toro vincere lo scudetto nel ’76.
7) Suburban Steps to Rockland #2 – Farmi convincere del fatto che una volta si potesse fare a piedi mezza Londra solo per andare a casa di un tizio, chiedergli se davvero avesse un disco di John Lee Hooker, farselo mostrare, esclamare “wow, che bello” e poi tornare a casa senza sentirsi un coglione.
8) The Conductor – Farmi capire che la musica classica può essere tremendamente rock’n’roll.
9) Shoplifters of the World – Farmi esaltare per una battuta strepitosa in cui si esaltano i terrificanti Twisted “fuckin'” Sister a discapito dei miei adorati Smiths.
10) Italo Disco – Farmi dire “in fondo le canzoni della disco music italiana erano belle, ascolta per dire I like Chopin scarnificata al pianoforte…”.
Il DAY6 si è concluso, non perderti il gran finale al Cinema Massimo e dai un’occhiata a tutti gli orari del DAY7!